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mercoledì 18 novembre 2009

Diario di un viaggio straordinario seconda parte: Buffalo.


Martedi' 1 settembre: New York --> Buffalo.
Facciamo una colazione veloce da Starbucks e saliamo su un taxi che ci porta all'aeroporto La Guardia. Check in semi-automatico e (dopo essersi organizzati con un trolley) le valige superano senza danno la pesa ma vengono bloccate ai controlli di sicurezza. Gli addetti ce le aprono perche' ai raggi x vedono bottiglie varie. Aprono tutto, controllano e rimettono per fortuna tutto a posto.
Saliamo su un aereo molto piccolo: in piedi sfioro il soffitto. Dopo la partenza il pilota ci regala una vista stupenda di Central Park e Manhattan. Il viaggio fila liscio. Arriviamo a Buffalo e mi ritrovo la valigia mezza rotta: pazienza. Saliamo su un bel nuovissimo taxi bianco (con bagagliaio enorme visto che ci entra tutto) guidato niente di meno che da un certo Giancarlo Onorati di Roma, a Buffalo da piu' di trenta anni perche' sposato con una del posto. Ci da qualche chicca su come visitare la zona compreso il suggerimento di andare a mangiare al casino' dove con 20 dollari si mangia quel che si vuole al buffet. Ci accordiamo perche' ci venga a prendere giovedi' mattina per portarci in aeroporto.
Arrivati in albergo (Holiday Hinn Niagara Falls) restiamo di sasso nel sentir parlare l'addetta alla reception: non si capisce nulla di come parla!!! Ci facciamo ripetere e capiamo finalmente qualcosa. Lasciamo le valige e ci andiamo a fare una passeggiata all'isola della Capra che divide le due famose cascate. Bella passeggiata con gli immancabili scoiattoli. Uno si fa fare un intero servizio fotografico da vicino.
Le cascate sono impressionanti per maestosita' e per il rumore che fanno. Torniamo indietro e ci andiamo a mangiare un hamburgher ad un fast food del posto. Io e Alessandra ci riposiamo un po' mentre i bambini se ne stanno nella sala giochi dell'albergo. Dopo la doccia ce ne andiamo al casino' per mangiare. Arrivati ci dirigiamo nella parte riservata al buffet dove ci sono molte cose da mangiare. Ci diamo da fare con la carne, alcune verdure e ovviamente i dolci che Leonardo e Matteo ovviamente non vedono l'ora di pappare. Dopo cena due passi per il parco per vedere le cascate di notte e poi ce ne torniamo in albergo per il meritato riposo.

Mercoledi' 2 settembre: Buffalo.
Dopo una colazione da Starbucks seguiamo il consiglio del tassista romano e attraversiamo la frontiera con il Canada per andare a vedere le cascate frontalmente dal lato canadese. Li hanno edificato molto di piu' con grandi alberghi e vari casino'. In compenso le strade e le aiuole sono molto curate. Ci facciamo una bella passeggiata con una vista stupenda sulle cascate. Ci fracichiamo con gli schizzi della cascata a ferro di cavallo che ricadono sulla strada come se piovesse. Prendiamo una spece di teleferica (una volpe attraversa le rotaie) e andiamo a vedere la parte alta dove ci sono gli alberghi e i casino'. Riscendiamo e lentamente troniamo verso gli USA ripassando la frontiera e subendo l'interrogatorio da parte del poliziotto della dogana. Gli spiego che siamo in albergo a Buffalo e finalmente ci fa passare. Una curiosita' che farebbe felice Brunetta: vediamo una poliziotta con il tutore ad un ginocchio e le stampelle ma che in divisa svolge il suo lavoro. Vediamo atterrare l'elicottero che fa il giro turistico delle cascate e decidiamo di andare a dare un'occhiata. Visto il modico prezzo decidiamo di farci un giro: finalmente mi si realizza il sogno di volare in elicottero. Leonardo per paura decide di non venire. Dall'alto la vista e' mozzafiato. Viste da sopra fanno impressione sia le cascate sia la miriade di laghi della zona. Un'altra esperienza meravigliosa!!! Tornati giu' ci andiamo a mangiare un hamburgher con patatine e ce ne torniamo in albergo. Nel pomeriggio ci facciamo un tuffetto nella piscina dell'albergo. Per cena ce ne andiamo di nuovo al buffet del casino' e poi, mentre i bambini vanno a dormire, io e Alessandra ce ne andiamo a fare due passi perche' dovrebbero esserci i fuochi di artificio. Ma ci danno la sola e non li fanno.
Ce ne torniamo in stanza a dormire.

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