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mercoledì 2 dicembre 2020

Grosjean, all'inferno e ritorno.


In un anno molto strano dove si corre senza pubblico, su circuiti diversi dal solito, con un calendario molto concentrato e, per noi tifosi Ferrari, un calvario ad ogni gran premio ci mancava l'incidente grave.

Era dal lontano 1989 che, in occasione dell'incidente di Berger a Imola, non si vedeva tanto fuoco in Formula 1. Lo spavento per noi telespettatori e' stato tanto, non oso immaginare per Grosjean che ha rischiato veramente tanto.

Da appassionato mi vengono da fare alcune considerazioni. Le auto sono veramente sicure e grazie all'halo ora proteggono tutto il pilota. Ho qualche dubbio sul guard rail che si doveva deformare ma non rompere rischiando di incastrare il pilota. I soccorsi con gli estintori non mi sono sembrati molto efficienti: il vigile del fuoco al dila' del guard rail ha cominciato a spruzzare troppo presto e a vuoto anche se poi si e' posizionato correttamente rispetto al suo collega che si trovava dalla parte della pista. Quest'ultimo ha armeggiato troppo con l'estintore come se avesse difficolta' a togliere lo spinotto di sicurezza tanto che stava per intervenire il medico sceso dalla medical car. 

Ultima considerazione per le parole di Ricciardo: mi sono sembrate totalmente fuori luogo in quanto la regia per rispetto non ha mandato immagini fino a che non ha potuto mostrare Grosjean sano e salvo all'interno della medical car.

Tutto e' bene cio' che finisce bene e aspettiamo queste ultime due gare a conclusione di quest'annata particolare sperando l'anno prossimo di poter assistere ad un campionato avvincente, soprattutto per noi tifosi Ferrari.


Saluti.

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